Darkleech

Darkleech: in bilico tra sperimentazioni oscure e sprazzi psichedelici


La band di matrice emiliana nata nel 2011,aprirà sabato 13 dicembre per i Soviet Soviet.

I Darkleech  si distinguono per una buona qualità tecnico-strumentale e la voce intensa del front-man Cristian che ricalca lo stile inconfondibile di Ian Curtis. I Joy Division influenzano e non poco la formazione, ma si differenziano per la grande versatilità sonora e una psichedelica ricercatezza che si manifesta soprattutto nel brano “Illusion” dalle chiare contaminazioni dream pop e slowcore, richiamando alla memoria un gruppo come Galaxie 500. Passione e carisma come segno di riconoscimento spingono il gruppo oltre le canonicità del genere.

 

Un “nuovo” nome nel panorama dark italiano che timidamente, oggi, si affaccia sulle nostre pagine per farsi conoscere. Ciao ragazzi, benvenuti. Presentatevi e parlateci della band, dagli esordi a oggi.
Ciao! Iniziamo subito con il dire che il gruppo è stato fondato da Alberto Cristallo (Bassista) e da Federico Galli (Chitarrista), ma solo nel marzo del 2011 con l’arrivo di Davide Merli alla batterista e Cristian Galli (cantante), l’organico prendere forma concretamente. Dopo qualche mese di lavoro e quattro pezzi più o meno finiti si è optato per l’inserimento di un altro elemento, più precisamente un tastierista, pedina essenziale per arricchire il sound che si è deciso di suonare, così si unisce Luigi Pizzuti. Passa circa un anno tra prove, arrangiamenti e duro lavoro, si perfezionano i pezzi e si arriva ad avere cinque canzoni pronte più una cover che nel maggio 2012 decidiamo di presentare per la prima volta dal vivo.

Darkleech, non vi nascondo che come nome mi piace molto, è stata una scelta casuale o studiata a tavolino?
CRISTIAN – Il nome Darkleech vuol dire sanguisuga scura ed è stato battezzato sempre dai due fondatori del gruppo. Sicuramente è stato determinante un episodio accaduto diversi anni fa in montagna quando Alberto e Federico stavano passando una giornata di puro relax. Si erano accampati vicino a uno stagno di acqua sorgente per rilassarsi e strimpellare qualche canzone, quando Alberto si accorse di avere una sanguisuga attaccata ad una mano intenta a succhiare. Questo episodio ha dato il nome al gruppo, sanguisuga (leech) in inglese con l’aggiunta di dark sia per rimarcare la passione per il genere musicale che quella di indicare il colore dell’animale.

Parliamo appunto di questa “passione per il genere musicale” all’inizio citavo i Joy Division che possono essere definiti la vostra maggiore fonte d’ispirazione, ma c’è altro…
Il nostro gruppo è sicuramente ispirato da diversi generi musicali tra i quali dark, new wave, gothic metal, comunque generi oscuri e di forti atmosfere cupe e decadenti. Ascoltiamo diversi generi in verità ma i gruppi preferiti sono sicuramente Bauhaus, The Cure, Depeche Mode, New Order, The Smiths, Sisters of Mercy, The Mission, Paradise Lost, Dead Can Dance, Inkubus Succubus e altri ancora, la lista è molto lunga, evitiamo l’elenco per non riempire troppe pagine. Tra gli Italiani sicuramente i primi Litfiba e Ataraxia. In ogni caso vogliamo precisare che la nostra musica non cerca di imitare nessuno di queste band in particolare ma ne può essere sicuramente influenzata.

Definite anche le vostre liriche oscure, prendendo spunto da ambienti decadenti e leggende. E’ forte, quasi tangibile il legame che avete con le vostre origini e il territorio che vi circonda. Quali sono gli elementi naturali che caratterizzano le composizioni e chi è la mente “contorta” che li genera?
CRISTIAN – Alberto è il nostro compositore e un grande contributo viene da Luigi che grazie alla sua esperienza porta alla luce nuove idee e arrangiamenti; con le basi di un pezzo tutto il gruppo lavora per ottenere il risultato finale, successivamente prendiamo in affitto uno scantinato per amalgamare il tutto e per provare. Il paroliere sono io. Come hai giustamente notato le mie ispirazioni vengono sicuramente dalla natura, sono un grande appassionato di natura ed escursionismo, amo vagare per i boschi da solo per ritrovare me stesso e provo sempre forti emozioni nell’ammirare e conoscere piante, fiori e animali selvatici. Il bosco può creare atmosfere affascinanti e misteriose. Sicuramente l’Appennino è il mio grande ispiratore, oltre che per la natura per la storia e per le sue leggende che parlano di streghe, folletti e altri esseri. Tutto questo è molto più di un interesse, direi… il mio credo. Altra fonte ispiratrice sono i miei stati d’animo, eventi presenti e passati che hanno segnato la mia vita. Credo che esistano due tipi di oscurità, una positiva fatta di cupe ambientazioni e decadenti suggestioni che mi fanno stare bene e mi emozionano, e una negativa composta da brutte circostanze e cattive relazioni quest’ultime mi turbano e mi fanno stare male, tendo ad esprimere anche questi concetti nei miei testi.

Cristian, visto il genere che proponete cantare in inglese vi risulta più semplice?
Si, la riteniamo una lingua più idonea. Tendo a scrivere ogni cosa in italiano e in un secondo tempo traduco i testi e li adatto alle melodie.

Che novità ci sono in casa DL, si vocifera la realizzazione di un Ep, mi sbaglio?

CRISTIAN – No, non sbagli affatto. Dopo diversi interventi e live, abbiamo lavorato sodo sui nuovi pezzi e siamo entrati in studio con l’idea di realizzare proprio un Ep. Il gruppo ha scelto quattro brani e successivamente in collaborazione con Marco Gallanti sono stati arrangiati e successivamente registrati. I pezzi scelti trattano temi che parlano di stati d’animo e visioni tenebrose, perennemente in bilico tra amore e morte. Testi che non mi stancherò mai di dire sento vicini, che parlano anche di me e dei luoghi che vivo.

 

Quindi che cosa dobbiamo aspettaci dal live che proporrete al Mu sabato notte?

CRISTIAN – Visto la fiducia riposta nella band da sempre, abbiamo deciso di presentare al pubblico questo lavoro proprio in occasione della “Endenocte Night”. Essendo una band in costante “stato di agitazione” nel frattempo stiamo lavorando su nuove idee per arrivare alla realizzazione di un album completo. Chissà forse potremo affacciarci ancora sul palco del Mu per la presentazione.

 

Siamo giunti alla fine e lascio a voi le considerazioni finali o un messaggio da lasciare a chi vi segue
Quello che sentiamo e viviamo tutti i giorni, le nostre emozioni, sono racchiuse nei testi e nelle canzoni, speriamo che il pubblico possa apprezzarle e magari rispecchiarsi in esse. Vogliamo sottolineare il fatto che tutto quello che di bello ci sta succedendo è dovuto agli amici che ci seguono e che ci aiutano e supportano, il nostro è un messaggio di ringraziamento rivolto a tutte queste persone.

Lara Bertoglio